Quello che ho imparato dalle donne che guidano (davvero)
Negli anni, nel mio lavoro e nei percorsi condivisi con centinaia di professioniste, ho avuto la fortuna di osservare da vicino donne che esercitano una forma autentica di leadership.
Non sempre avevano un titolo dirigenziale.
Alcune erano insegnanti, altre manager, altre
ancora madri, colleghe, formatrici, consulenti. Ma tutte, in modi diversi, lasciavano un segno.
Non era la loro posizione a definirle, ma la qualità della loro presenza. Spesso si muovevano in silenzio, con naturalezza, senza cercare visibilità. Eppure, anche senza parole, guidavano.
La prima cosa che ho imparato da loro è che non cercano di fare tutto. Non cadono nella trappola dell’onnipotenza.
Hanno imparato a lasciare fuori ciò che non è essenziale, a dire “no” con chiarezza, a non riempire ogni spazio per sentirsi riconosciute.
La loro forza sta anche nei confini che sanno tracciare.
Un’altra lezione preziosa arriva dalla loro capacità di stare nell’incertezza.
Sanno dire “non lo so” senza perdere autorevolezza. Non sentono il bisogno di avere sempre una risposta.
Non hanno paura del dubbio, perché sanno che non intacca la loro credibilità.
Al contrario: la rafforza.
Poi c’è il modo in cui ascoltano, ed è forse la cosa più disarmante. Ascoltano davvero, non interrompono, non aspettano il momento per parlare. Lasciarti finire una frase, restare nel silenzio, sostenere lo scambio: in questo c’è una leadership che non ha bisogno di imporsi, ma che costruisce fiducia.


Mi ha colpito anche la sobrietà con cui esprimono le loro opinioni. Non sentono il bisogno di giustificarsi, di accompagnare ogni affermazione con mille premesse.
Parlano con rispetto, ma senza scusarsi per avere una voce chiara, o un punto di vista netto. Non si spiegano troppo.
E non per arroganza, ma per lucidità.
E infine, una cosa che forse le racchiude tutte: non hanno bisogno di sembrare forti. Lo sono.
La loro forza non è gridata, non è ostentata. È fatta di coerenza, di sguardo diretto, di presenza stabile anche nei momenti scomodi, non si impongono… si radicano.
Queste donne non sempre si notano al primo sguardo, ma una volta incontrate, non le dimentichi. Perché incarnano un modo di guidare che non si insegna nei manuali, né si copia da modelli preconfezionati.
La loro leadership nasce da una scelta quotidiana: quella di esserci, con autenticità, senza rinunciare a sé stesse.
Coltivare la propria voce
La leadership di cui parliamo non è un talento innato, né una maschera da indossare.
È un modo di esserci, che si può riconoscere, coltivare, affinare.
Nei nostri percorsi dedicati alle donne, accompagniamo questo processo con rispetto, metodo e libertà.
Perché ogni donna ha il diritto di guidare a modo suo, senza imitare, senza chiedere il permesso.
Semplicemente, scegliendo di esserci.