Siamo tutti d’accordo, ma in termini di salute e “benessere”, è riconosciuto che, per accrescere la nostra capacità di ridurre i principali fattori di rischio – alimentazione non corretta,sedentari età, fumo, abuso di alcol – per lo sviluppo delle malattie croniche che affliggono l’occidente, occorre potenziare le abilità che ci consentono di adottare un comportamento costruttivo (skills for life).
Si tratta di fattori protettivi – capacità di conoscere se stessi, le proprie emozioni e quelle degli altri, di fronteggiare le tensioni, di valutare le situazioni e di affrontarle in modo flessibile, di affrontare in modo costruttivo i problemi e prendere decisioni, di sviluppare relazioni interpersonali, di comunicare in modo efficace e di comprendere gli altri – che rendono il soggetto più forte nel far fronte a condizioni di stress. Le istituzioni hanno un ruolo importante nel coadiuvare le famiglie e la scuola in progetti che, attraverso un’appropriata metodologia di educazione alla salute, hanno l’obiettivo di sviluppare le competenze nei giovani. Promuovere la salute è andare oltre la prevenzione delle malattie.
La prevenzione sta in difesa, essendo basata sul modello patogenetico: conoscere le cause delle malattie per contrastarle. La promozione della salute va in attacco, perché ha un’ottica salutogenetica: agire sulle fonti della salute e del benessere per rafforzarle. In quest’ottica, l’interesse e l’azione sono rivolti ai “determinanti di salute”, vale a dire a quei fattori che influenzano la salute delle singole persone e delle popolazioni. Ideterminanti di salute individuali, quali gli stili di vita – nel cui ambito ci sono abitudini come il consumo di tabacco, di alcol, la pratica dell’attività fisica, i comportamenti alimentari e sessuali – possono essere, se necessario, cambiati e migliorati.
Ma allo stato di salute contribuiscono anche fattori quali le reti familiari e sociali, fattori legati all’ambiente di vita e di lavoro (abitazione, condizioni igieniche, istruzione, reddito, servizi sanitari e sociali …) e le condizioni generali socio-economiche, culturali e ambientali in cui le persone vivono.
Stili di vita, condizioni socio-economiche, ambiente hanno maggior peso nel determinare lo stato di salute.
L’alimentazione è un determinante di salute individuale e sociale
L’alimento non è solo un insieme di sostanze da ingerire a scopo nutritivo, ma è anche e’ soprattutto una forma sociale e culturale, che assume significato differente in società diverse o in gruppi eterogenei all’interno di una stessa società.Le differenze gastronomiche tra Paesi, regioni, classi sociali e gruppi etnici ne sono un esempio. Inoltre il cibo evoca ricordi familiari, diventa un conforto quando ci sentiamo in ansia o depressi, consente di relazionarci agli altri.Il valore sociale e comunicativo del cibo è legato all’idea di condivisione dei pasti ed è implicito nel concetto stesso del termine convivio, dal latino “vivere con “. Ma è da rinverdire ancora un altro aspetto che studiamo sui banchi di scuola.
Tutti gli organismi viventi interagiscono con l’ambiente e tra loro: le piante stanno alla base dell’alimentazione per gli animali erbivori che da esse ricavano materia ed energia, producendo a loro volta materia ed energia i carnivori.
Alla sommità di questo ciclo si trovano i “decompositori”, organismi che trasformano i residui organici di piante e animali morti in sostanze inorganiche, che possono così essere riutilizzate dalle piante.
La caratteristica essenziale del metabolismo degli esseri viventi nella natura, sostanzialmente, è che “il circuito è chiuso”, perchè gli scarti di un organisco sono riutilizzati dagli altri. Mancare di rispetto a un solo elemento della catena comporta in modo del tutto inevitabile una conseguenza su qualsiasi altro elemento.
Ecco perché la prospettiva nella quale collocare una corretta alimentazione, e, più in generale, uno stile di vita salutare, è quella dell’individuo inteso in tutta la sua persona, con tutta la sua storia, come unità mente corpo-contesto sociale ed ambientale.
Questo è quanto scaturisce anche dalla nostra esperienza nell’ambito dell’educazione e promozione della salute e nell’ambito della prevenzione nutrizionale attraverso attività (sorveglianza sugli stili di vita; progetti di educazione e promozione della salute; promozione nelle comunità (scuole, ospedali, RSA ecc.) dell’applicazione delle Linee guida nazionali e regionali in ambitonutrizionale; dietetica preventiva) rivolte a comunità, gruppi, insegnanti, famiglie e singole persone interessate.
Dieci passi per muoversi verso il polo della salute:
- gustiamo il cibo: è un atto di rispetto verso noi stessi;
- mangiamo senza fare altro nello stesso momento;
- sviluppiamo i valori e le relazioni umane: un abbraccio può sostituire uno snack … ;
- manteniamo il rispetto per l’ambiente del quale ci cibiamo e siamo parte;
- facciamo attività fisica tutti i giorni per circa un’ora: la sedentari età ci danneggia;
- ascoltiamo i messaggi del nostro corpo per mantenerlo in salute;
- mangiamo cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, rispettandone la stagionalità:
- articoliamo la giornata alimentare in quattro cinque pasti bilanciati (colazione, pranzo, cena e uno/due spuntini);
- chiediamo informazioni all’Azienda sanitaria locale circa i servizi che promuovono una sana alimentazione e stili di vita salutari;
- collaboriamo con i programmi di educazione alla salute con comportamenti che siano coerenti: non dimentichiamo che siamo un modello di riferimento per i nostri figli.
Dott. Emanuela De Franco
Direttore settore Igiene e sanità pubblica, alimenti e nutrizione.
Dipartimento prevenzione ASL5di Pisa.
Dott. Margherita Brunetti
Responsabile U. O. Educazione alla salute e bioetica. Dirigente medico.
Dipartimento di prevenzione ASLS di Pisa.