…raccontano di te e degli altri più delle parole. Basta imparare a decifrarli, perché il corpo dice sempre la verità.
Emozioni che si traducono in gesti che danno emozioni. Una smorfia, un tono di voce, una posizione particolare delle mani, sono tutti segnali con cui il nostro corpo parla a noi e agli altri . Si chiama “comunicazione non verbale” ed è l’espressione più sincera delle verità dell’inconscio. È il linguaggio del corpo vivente, che respira; in”apnea”, infatti, si interrompono i segnali. Sono le emozioni che diventano visibili, quelle di oggi e di ieri», dice Francesco Padrini, psicologo e autore di Il linguaggio segreto del corpo (DeVecchi).
«E se teniamo conto che dalle parole ci arriva solo il 7 per cento delle informazioni, questo diventa il mezzo più importante per interagire con gli altri. Anche se è difficile che un osservatore riesca a decifrare perfettamente tutti i segnali non verbali».
Ma c’è un modo per interpretare le emozioni ?
È questione di sensibilità . Bisogna innanzitutto conoscere bene la persona che ci sta di fronte: è attraverso le variazioni dei suoi atteggiamenti che si scopriranno eventuali segnali di disagio, approvazione, rifiuto… E così come il boscaiolo deduce gli anni di un albero dai cerchi del tronco, un buon osservatore potrà persino arrivare a capire il passato emotivo di chi gli sta di fronte. Ma attenzione a non applicare alla lettera le regole di certa facile manualistica: come le emozioni , anche i gesti sono diversi per tutti e non si può prenderli come risposte assolute».
Chi conosce il linguaggio del corpo ha quindi una marcia in più?
«Certo , e non è un caso che gli studi in questa disciplina vengano utilizzati da chi opera nella vendita per conquistare l’acquirente. Ma non solo: nei colloqui di lavoro si arriva persino a mettere il candidato dietro una scrivania di cristallo per poter tenere sotto controllo i movimenti di gambe e piedi.
Più ci si allontana dal cervello, infatti, più è difficile controllare la gestualità».
Ecco allora una mini guida, un modo pratico per aiutarci a capire di più gli altri. E noi stessi.
Tutto in uno sguardo
«Mai sottovalutare il potere: il 75-85 per cento delle informazioni, infatti, passa attraverso gli occhi. E da uno sguardo si può capire anche la personalità dell’interlocutore, dice Leonardo Milani, psicoterapeuta dell’Istituto di psicologia del benessere. «Proprio per questo ci sono persone che per difendersi, portano occhiali scuri, così da chiudersi alla vista degli altri. Cercano forse di nascondere qualche segreto o vogliono mettersi in una posizione di potere: non visti, riescono a osservare gli altri», continua Milani. «Abbassare lo sguardo è invece un segnale d ‘insicurezza, mentre tenere gli occhi fissi sull’altro indica ;autostima e padronanza di sé. A riprova di questo c ‘è un aneddoto su Reagan e Gorbaciov. Si dice che. prima di un incontro importante, provarono per giorni davanti al sosia dell’altro, per allenarsi a non abbassare lo sguardo o a chiudere troppo spesso le palpebre, che è un altro segnale di disagio. Sbattere gli occhi, infatti, è direttamente proporzionale alla tensione che si prova verso chi ci sta di fronte».
Cosa dicono le mani…
Ma se è vero che il corpo non mente, ci sono gesti più significativi di altri. la dottoressa Corinna Ravera dell’Istituto di psicologia del benessere ha formato sei caratteri a secondo del punto sul quale le nostre mani si pongono. Indugiare con il palmo sulla fronte, ad esempio, mettere cioè in contato le mani con la zona del pensiero, può rivelare una persona riflessiva, che sa ascoltare e quindi far tesoro delle esperienze altrui. Cercare la bocca, proprio perché rappresenta la parte “bisognosa ” di noi, quella da cui passa il cibo, spesso è il rituale di chi è insicuro, timido, con un forte senso autocritico.
Più si comunica meglio è…
«Possiamo paragonare la comunicazione a un treno che corre sui binari: uno rappresenta il piano dei contenuti, e cioè le parole, l’altro quello della relazione, vale a dire tutto ciò che le accompagna, quindi la gestualità, la voce in quel momento ….. , dice Giancarlo Visconti, autore di Oltre le parole (Edizioni Il Segnale). «Questi elementi non verbali possono confermare, o negare. il discorso: un ti voglio bene detto guardando altrove, con le mani in tasca , avrà certo meno forza. In altre parole, se i due binari non vanno d’accordo, cioè non sono paralleli il treno deraglia e la comunicazione fallisce». E allora, come come essere sicuri che i messaggi arrivino a segno? «Semplice: comunicando il più possibile su entrambi i binari. Solo così saremo in grado di interpretare i “feed-back”, cioè le informazioni che ci rimanda il nostro interlocutore, e capire se abbiamo centrato o no l’obiettivo. Ma non basta. Il corpo è la cartina di tornasole di quello che avviene dentro di noi: tutto ciò che ”viviamo come contraddittorio sarà interpretato nello stesso modo dagli altri . Una comunicazione vincente non può dunque prescindere da una stretta relazione tra quello che diciamo e quello che pensiamo. Altrimenti, ci piaccia o no, qualche nota stonata si coglierà sempre».
Nel lavoro vince chi…
«Chi ha potere si sente sempre più libero di esprimere ciò che pensa: proprio per questo in lui le parole e i gesti spesso corrispondono. La stessa cosa non vale per gli altri, che non solo devono star attenti a ciò che dicono, ma anche a come lo dicono», puntualizza Carlo Lazzari, psicologo dell’Università di Bologna. «Nella professione, una cosa da non dimenticare è che essere troppo remissivi non paga. Se poi ci si sente a disagio o in soggezione, è importante evitare di trasmettere tensione e nervosismo: il rischio è di dare l’impressione di voler chiedere qualcosa che non meritiamo».
Qualche consiglio per porsi al meglio? «Davanti al capo, guardatelo negli occhi e non sedetevi mai sul bordo della sedia, come chi ha qualche ragione per scappare; un’ altra buona norma è non frapporre barriere come cartellette o valigette. E ancora, sono pochi quelli che non si sentono indispettiti da chi tiene le mani in tasca…». Imparare a decifrare i messaggi del corpo, comunque, richiede un allenamento continuo. «Un esercizio semplice è provare a osservare qualcuno di cui non sentiamo la voce e cercare di intuire cosa sta provando in quel momento», conclude Lazzari.
In amore parlare non è tutto
È innegabile che una cattiva comunicazione è uno dei maggiori problemi all’interno della coppia. Proprio per questo, una buona capacità, “non verbale” di mettersi in relazione con il partner può essere un valido aiuto. «Parliamo appunto di “feeling” come di uno dei segnali della coppia che funziona: significa capirsi da uno sguardo, da un gesto, da un diverso tono della voce», dice Vanna Paiola, psicologa del Centro Studi Coppia. E quando le parole e il corpo si contraddicono? «Spesso preferiamo illuderci e credere alle parole, dato che il corpo racconta verità che non vorremmo sentire. In ogni caso, questa dissonanza è sempre un campanello d’allarme». Insomma. far finta di niente serve solo a spostare il problema.
«Cogliere un disagio, invece, e cercare di risolverlo insieme fa crescere la coppia perché permette di entrare in un’intimità maggiore. Se ci tenete a scoprire davvero la verità osservate ciò che fa il partner più di ciò che dice: il corpo non mente mai».
Come smascherare una bugia? «Se conosciamo il suo modo di fare, ogni variazione può costituire un segnale: come, per esempio, quando l’altro parla molto più in fretta del solito, senza le giuste pause, quasi per non sentire ciò che sta dicendo o per distogliere l’attenzione dal suo discorso».
Conquistare con la voce
Il tono, l’armonia, il ritmo, persino le pause la rendono uno dei mezzi di comunicazione non verbale più efficace che ci permette di dedurre, e fornire, moltissime informazioni. E un’arma di seduzione quasi infallibile. «Mentre i canoni estetici sono soggetti alle mode, voce e gesti si rifanno ad archetipi che giungono direttamente dal passato, dalle profondità del nostro inconscio: perciò la seduzione più intensa è essenzialmente uditiva e motoria», precisa Gabriella Minarini, audiofonologa ed esperta di comunicazione non verbale. E quindi, se vogliamo affascinare e convincere, non solo il partner, ricordiamo che una bella voce agisce prima e meglio di un bel discorso. Gli esperti consigliano di puntare su ritmi lenti e cadenze armoniose: per ottenerle è fondamentale una corretta respirazione, modulata in sintonia con la voce stessa. E ancora, se volete “avvicinare” chi vista di fronte, usare un tono basso, perfetto per creare complicità».
Come capire se si è fatto centro? «Sono tre i segnali inequivocabili: negli occhi dell’altro si accende “quella” luce che precede il sorriso (le pupille si dilatano); la respirazione si fa più lenta, le spalle si rilasciano e si tende a cercare una posizione più comoda e confortevole.
di Lucia Bolgiani