Un tipico neurone ha diverse componenti: ha dei dendriti, un corpo cellulare, un assone e un numero variabile di terminazioni nervose (Fig.1).
I dendriti sono gli elementi del neurone che ricevono i segnali in entrata, provenienti da altri neuroni. Il neurone riceve informazione dai suoi dendriti e le invia all’assone. L’assone è un lungo cavo che trasporta in modo preciso e accurato informazioni fino alle terminazioni nervose, a livello delle quali il neurone comunica con il neurone successivo del circuito.
I neuroni si cercano
Una delle caratteristiche delle cellule nervose è che, una volta formate, non si dividono più.
Non appena si differenziano, al termine della divisione cellulare, esse cominciano a sviluppare connessioni l’una con l’altra.
Queste connessioni non sono lineari: somigliano piuttosto a piccoli alberi, i cui rami crescono progressivamente durante lo sviluppo del cervello. Di conseguenza, la rete delle connessioni diventa sempre più complessa nel corso dello sviluppo, in particolare dopo l’infanzia.
Lo sviluppo delle connessioni neurali è graduale. L’estremità distale di una connessione in via di sviluppo ha forma conica.
E’ una sorta di ricognitore che consente alla connessione in crescita di trovare la propria strada. Questa struttura è chiamata “cono di crescita”. Mentre si muove, il cono di crescita “tasta” le cellule in cui si imbatte, finché non raggiunge e riconosce le proprie cellule bersaglio. Dopo averle riconosciute, il si connette ad esse formando una sinapsi.
Apprendimento e modificazioni sinaptiche
Quest’area, dove il neurone pre-sinaptico dialoga con quello post-sinaptico, è una regione molto specializzata.
Quel che interessa è che l’apprendimento nella memoria a breve termine causa una modificazione funzionale nelle forza delle connessioni sinaptiche.
Ad esempio, in seguito a un certo tipo di processo di apprendimento, viene improvvisamente rilasciato un numero di vescicole sinaptiche maggiore rispetto a qualche minuto prima.
Pertanto, il potenziale sinaptico prodotto qui, che potrebbe essere di una certa dimensione, ora diventa molto più ampi, come conseguenza dell’apprendimento, e può innescare un potenziale d’azione.
Se la sinapsi è abbastanza robusta, continuerà a stimolare la cellula post-sinaptica per un periodo nell’ordine di minuti o delle ore (in altre parole, per la durata della memoria a breve termine).
Ma se si genera una memoria a lungo termine, accade una casa al quanto sorprendente: si sviluppano nuovi contatti sinaptici (Fig. 2).
La memoria a lungo termine viene, dunque, stabilizzata attraverso la formazione di nuove connessioni sinaptiche nel cervello. Ora questa idea, è cioè che la memoria a lungo termine comporti lo sviluppo di nuove connessioni sinaptiche, ha profonde conseguenze sulla nostra vita quotidiana.