Le azioni sono la diretta conseguenza delle immagini: ogni nostro comportamento è originato dai pensieri che lo precedono. Non si può avere un sentimento o una sensazione senza prima avere un pensiero.
Se, per esempio,crediamo di non essere capaci di affrontare una situazione, e pensiamo continuamente a questa aspetto negativo di noi stessi, più facilmente questa convinzione tenderà a realizzarsi. Ogni realtà che viviamo è influenzata dall’idea che formiamo nella mente prima di intraprendere l’azione.
Questa idea si esprime attraverso un’immagine mentale.
I timidi costruiscono continuamente nella propria mente “immagini di timidezza” e, continuano a comportarsi in base a quel tipo di immagine fino a quando non riescono a cambiare opinione su se stessi.
II Dott. Piaget lo aveva intuito ancora negli anni Sessanta attraverso degli studi che effettuò riguardo l’immagine anticipatrice.
Dice a questo proposito che “nei matematici, come in tutti i creativi, si ricorre continuamente all’immaginazione perché le menti che dominano meglio le astrazioni sono quelle che riescono ad incanalarle in esempi o schemi immaginativi concreti”.
In altre parole ogni volta che dobbiamo vivere delle situazioni oggettive e concrete, nella nostra mente emerge automaticamente un pensiero, sotto forma di immagine, che “anticipa” ciò che succederà. Non avremo difficoltà ad accorgerci che quando proviamo qualche sentimento o sensazione importante, diamo forma ad una serie di raffigurazioni o immagini.
Per comprendere meglio questa concetto immaginiamo di vivere questa situazione: siamo in una sala gremita per assistere ad una conferenza. Improvvisamente il relatore ci interpella chiedendoci di parlare davanti a tutti e porgendoci un microfono. Fermiamo il tempo e osserviamo ciò che succede nel nostro cervello: nella nostra mente viene proiettato un “film anticipatorio“. A seconda della valenza positiva o negativa di queste immagini, di questa “film”, avremo una reazione positiva o negativa.
Se la nostra mente si orienta verso una autosvalutazione ripescando tutte le situazioni negative (“chissà cosa mi succederà, chissà che cosa ne penseranno gli altri, e se farò una figuraccia?”,ecc…) è molto probabile che la risposta del nostro comportamento sarà di disagio.
Se invece ci consideriamo all’altezza del compito, la nostra reazione emotiva sara adeguata e più tranquilla.
Un altro esempio: se si deve affrontare una situazione preoccupante, come sostenere un esame, già alcuni momenti o ore prima la nostra mente inizia a prefigurarsi l’esame, l’incontro o il disagio. Basta pensare alIa persona con cui abbiamo litigato e possiamo sentire le emozioni che pervadono il corpo: si percepisce il batticuore, il rossore, l’agitazione, ecc…
Alcuni tremano della paura solo al pensiero di dover affrontare un esame.
Allo stesso modo quando si deve incontrare qualcuno che si ama, si gusta in anticipo la gioia di quei momenti che stanno per arrivare ed il batticuore, questa volta eccitante, segue i pensieri di gioia e le sensazioni piacevoli.
Ritenendo di dover incontrare delle sofferenze spesso ci agitiamo nel presente, senza rendersi conto che il futuro non è altro che lo specchio del presente.
Infatti, fino ache si proietta l’imperfezione di ieri suI domani, si continuerà a ripetere l’esperienza negativa come in un circolo vizioso. Il vero avvenire che ci attende è celato dietro Ie convinzioni sulla nostra identità, quella convinzione profonda che tanto difficilmente ci lascia in pace.
Dunque il pensiero, attraverso le “immagini anticipatrici” proietta nel futuro il nostro stato d’animo e ci prepara all’azione più o meno adeguata.