Una mattina ti svegli, ti guardi allo specchio e ti vedi diversa. Magari hai dormito poco, e nemmeno tanto bene. O forse la sera prima hai esagerato con le sigarette, hai ecceduto con il vino. Ma tu sai che non si tratta solo di questo.
Sai (anche se è faticoso accettarlo, anche se vorresti negartelo) che la causa di quelle lievi ma inequivocabili rughette intorno agli occhi non è attribuibile a una notte difficile.
E che quella patina opaca che appanna la tua carnagione non è la conseguenza nè del vino, nè delle sigarette. E’ semplicemente la vita che, all’improvviso, “esce allo scoperto”: la vita che giorno dopo giorno ha impresso, dentro e fuori, piccoli ma indelebili segni. Quelle rughe parlano delle tue delusioni e delle tue conquiste, delle fragilità e delle certezze.
E, naturalmente, del tempo che passa. «I trent’anni sono un momento di passaggio», sottolinea Paola Righetti, che si occupa di indagini sul corpo e la bellezza per la società di ricerche GPF & Associati. «Si è ancora giovani, ma al tempo stesso ci si rende conto che non basta più una bella dormita per recuperare energie. E che il nostro corpo non risponde più alle sollecitazioni come prima.
Viene a mancare, improvvisamente, quel rapporto di onnipotenza che credevamo di avere». Tant’è: stando alle indagini della GPF, intorno ai trent’anni la gran parte delle donne (l’84 per cento) sente che deve intervenire, avverte la necessità di fare qualcosa per mantenere la forma fisica e, al tempo stesso, comincia ad avere un rapporto più critico nei confronti del proprio aspetto. «Oggi ci si comincia a preoccupare molto prima», dice Righetti. «E infatti le statistiche più recenti dicono che le trentenni usano prodotti anti-nvecchiamento tanto quanto le quarantenni e le cinquantenni». Il corpo però – e questo è un dato nuovo – non è più visto solo come “involucro”, come “vetrina”: «Gli anni Novanta hanno segnato una vera e propria svolta», aggiunge la dottoressa Righetti.
«Oggi la bellezza è inscindibile dal benessere. E la cura del corpo viene vista sempre più come “quality time”, come un tempo-spazio da dedicare a sè per raggiungere l’equilibrio. Fuori e dentro».
Ma se tutto ciò, in un certo senso, denota una maggiore consapevolezza, dall’altra parte fare i conti con i primi, seppur lievi, segni del tempo non è sempre facile. «I cambiamenti esteriori possono mettere a dura prova la nostra autostima», spiega Leonardo Milani, direttore dell’Istituto di Psicologia del benessere di Ferrara. «Da un giorno all’altro non siamo più sicure di essere ancora un oggetto di desiderio, temiamo di non piacere più, al nostro compagno ma anche a noi stesse».
E c’è dell’altro, qualcosa di più profondo. «Dopo una certa età, per motivi fisiologici, le forme tendono ad arrotondarsi: il corpo è ormai pronto ad accogliere la maternità», dice Milani.
E dal punto di vista psicologico non tutte le donne sono pronte a misurarsi con una femminilità che si esprime con forme rotonde, anche perchè in questi ultimi anni ci è stata proposta un’immagine di donna androgina, assolutamente “dritta”». In più, spiega lo psicologo, «nel cervello, negli anni si imprimono delle “memorie” sulla nostra identità che noi esperti chiamiamo “schema del corpo”: sono memorie profondamente radicate, che si rifanno alle emozioni vissute nell’infanzia. Quando, con i primi segni dell ‘età, il nostro schema del corpo non corrisponde più al nostro aspetto esteriore, rischiamo di entrare in crisi. Per superare questo scoglio, dobbiamo imparare a trarre soddisfazione da altri aspetti della vita: il lavoro, gli affetti… Se pensiamo che la gratificazione passi solo per il corpo non vinceremo mai le insicurezze, rimarremo sempre prigioniere delle nostre “memorie antiche”»
Ma al di là degli aspetti psicologici, come si manifestano i cambiamenti?
Lo abbiamo chiesto al dottor Antonino Di Pietro, dermatologo, e al dottor Piero Renoldi, geriatra.
Quando appaiono le prime rughe?
«Intorno ai trent’anni la pelle tende ad assottigliarsi a causa del rallentamento del metabolismo cellulare», dice Di Pietro. «Nello strato più profondo dell’epidermide si ha una diminuzione della produzione di collagene, acido ialuronico ed elastina, le fibre di sostegno. E perdendo tono la trama fibrosa sottostante, la pelle si disidrata in superficie e si segna».
Esistono dei sintomi pre-rughe?
«Un’iniziale perdita di tono cutaneo, che fa “cadere” leggermente le guance, accompagnata a una certa opacità della cute».
Quali zone si segnano prima?
«Quelle più sollecitate dalla mimica facciale: nell’ordine tra il naso e gli angoli della bocca, sopra il naso nella zona fra le due sopracciglia, dove appaiono in verticale, e sul contorno occhi. La ridotta masticazione, poi, dovuta al fatto che mangiamo poco e in fretta, è una delle cause della perdita del tono muscolare che fa “scendere” le guance. Se i muscoli non vengono sollecitati diventano flaccidi, e questo vale anche per tutto il corpo».
Intorno ai trent’anni il corpo femminile tende comunque a modificarsi, ad arrotondarsi…
«Sì, perchè cambia il metabolismo e l’adipe, di conseguenza, si deposita in modo diverso», spiega Renoldi. «In più anche il sistema linfatico, che serve a drenare i liquidi, con il passare degli anni diventa meno efficiente: questo spiega l’insorgere (o il peggioramento) della cellulite».
Ci sono fattori che accelerano il processo di invecchiamento?
«Al primo posto il sole, se preso in maniera eccessiva. E poi l’inquinamento, il fumo, l’abuso di alcool e un’alimentazione scorretta, ricca di lipidi e proteine e povera di carboidrati e vitamine. Sono tutti fattori che favoriscono una maggiore produzione di radicali liberi e che alterano la permeabilità dei capillari, inibendo l’ossigenazione dei tessuti e il corretto nutrimento della pelle».
Cosa fare a scopo preventivo?
«Bisogna cercare di abolire il più possibile i fattori di rischio», dice Renoldi. «Cioè eliminare sigarette, introdurre nella dieta sostanze antiossidanti come le vitamine contenute in frutta e verdura e, possibilmente, fare attività sportiva costante».
Può contare lo stato d’animo?
«Molto. Una storia d’amore felice, per esempio, è una sferzata di energia: libera le endorfine, che rilassano la parete dei capillari, migliorando il microcircolo e l’ossigenazione della pelle. Il colorito si ravviva e il corpo si rivitalizza. Non solo: incoraggia la voglia di prendersi cura di sè».
Può contare lo stato d’animo?
«Molto. Una storia d’amore felice, per esempio, è una sferzata di energia: libera le endorfine, che rilassano la parete dei capillari, migliorando il microcircolo e l’ossigenazione della pelle. Il colorito si ravviva e il corpo si rivitalizza. Non solo: incoraggia la voglia di prendersi cura di sè».
A quando l’elisir di giovinezza?
«Sono in corso molte ricerche, in tutto il mondo», dice Di Pietro. «Noi stiamo lavorando con l’Istituto Pasteur, e quando saremo riusciti a isolare le citochine, molecole proteiche, che stimolano l’autoriproduzione della pelle, avremo trovato la chiave».
Viso: come frenare gli effetti del tempo
Una rughetta che prima non c’era, la carnagione opaca, borse e occhiaie che danno un’espressione stanca e che non spariscono più neppure con una bella dormita. «La ridotta capacità di recupero è imputabile al ricambio cellulare rallentato», dice Di Pietro. «Ma non bisogna trascurare neppure l’aria “triste” del volto data dalla mancanza di tonicità dei muscoli, che favorisce una ridistribuzione del grasso dagli zigomi verso il basso, appesantendo le guance e mutando lentamente i lineamenti del viso.
Certo, ciascuno risponde al passare del tempo in modo diverso, anche in base all’imprinting genetico, ma è vero che una pelle curata regolarmente si presenta meglio e, visto che i danni alla cute tendono a cumularsi, meglio intervenire per tempo».
Le buone abitudini
«Una dieta equilibrata, pulizia accurata mattino e sera e protezione con cosmetici mirati sono la base. In pole position ci sono le creme agli alfa-idrossiacidi, che aiutano ad accelerare i ricambi e rendono la pelle più luminosa. Ma anche quelle ricche di ceramidi, che favoriscono la coesione delle cellule, e di vitamine: in prima linea la G, A, E ed F, antiossidanti e utili per proteggere capillari e membrane cellulari. Nell’applicare i cosmetici, fatevi un leggero massaggio, dal centro del viso verso l’esterno e attorno agli occhi e alle labbra in senso orario, senza tirare l’epidermide. Poi, per rinforzare le difese, vitamine anche a tavola. Il pool per eccellenza è lo stesso utilizzato nei cosmetici (si trovano in agrumi, ortaggi, latte e pesce). E per mantenere i muscoli tonici? Masticare chewing-gum è, per il viso, come… andare in palestra».
Seno: così si contrastano i cedimenti
«Continue variazioni di volume (dovute al ciclo ormonale, a una gravidanza, ma anche a ripetuti cambiamenti di peso) mettono a dura prova la sua tenuta», dice il dottor Di Pietro. «Dopo i trent’anni, poi, anche la massa ghiandolare tende a ridursi, “svuota” il seno e l’epidermide, che spesso non è più così tonica ed elastica, non è in grado di sostenerlo nella maniera adeguata».
Le buone abitudini Rinforzate i muscoli pettorali, cioè le “bretelle” che sostengono il seno, con una ginnastica mirata da eseguire per dieci minuti al giorno. Controllate la postura: state sempre erette, sia da sedute che quando camminate. E ogni giorno, sotto la doccia, fate un risciacquo con acqua fredda, dal collo al decoltè, poi per un minuto intorno a ciascun seno: ha un effetto astringente e tonificante. Massaggiatelo quindi con un prodotto mirato: non aspettatevi miracoli, ma è necessario per una pelle elastica e tonica.
Dalla vita in giù le zone più a rischio
Pancia e fianchi più rotondi? «E’ fisiologico. Ma è anche un segnale di vita sedentaria, di muscoli atonici», dice Di Pietro. Lo stesso vale per i glutei: il grasso che si accumula in zona, cedendo, forma la culotte de cheval. A ruota segue il rischio cellulite, che da edematosa, cioè con ritenzione idrica, diventa “a materasso”, caratterizzata da noduli».
Le buone abitudini Alimentazione equilibrata e movimento. «Vale a vent’anni per avere una bella struttura e vale a trenta e oltre per mantenere elastici i muscoli, sciolti i legamenti, tonici i tessuti», dice il personal trainer Angelo Redaelli. «Un’ora di attività aerobica (jogging, cyclette, step), due-tre volte la settimana, stimola bene l’apparato circolatorio e attiva il metabolismo dei grassi». Ottimo il linfodrenaggio, un massaggio che, riattivando la circolazione linfatica, favorisce la fuoriuscita delle tossine.
Tratto da Glamour – Gennaio 1999 di ELENA COLOMBO KAPSA E ANNA VULLO