La psicofisiologia ultimamente ha introdotto concezioni del tutto nuove, quali l’evidenziazione del ruolo della sostanza reticolare nella regolazione della veglia. La scoperta dei diversi tipi del sonno e dei rapporti fra sonno paradosso e sogno, quella del contributo dei centri e circuiti nervosi ben definiti nei meccanismi della memoria, degli impulsi e delle emozioni. L’attività bioelettrica del cervello può essere registrata mediante l’elettroencefalografia.
Le onde celebrali (fig. 1) hanno forma, ampiezza e frequenza differenti a seconda delle condizioni fisiologiche del cervello e, quindi, del tipo di attività del soggetto. Se quest’ultimo dorme profondamente o è in stato di coma, verranno registrate ende ampie e lente (1 – 3 cicli al secondo) definite delta.
Il sonno più leggero invece è contrassegnato da onde regolari (3 – 7 cicli al secondo): si tratta di ritmo theta.
Le onde alpha (frequenza di 8 – 13 cicli al secondo) sono tipiche della “veglia rilassata”.
Le onde beta, dal tracciato rapido e poco ampio (15 – 25 cicli al secondo), contraddistinguono uno stato di “veglia attiva”.
“Una caratteristica del livello alpha è che permette al cervello di esprimere, al meglio, le sue funzioni più alte: concentrazione, intuizione, apprendimento, creatività“. Tali particolari stati mentali sono spesso indipendenti dalla volontà e quindi difficili da ottenere in stati di tensione emotiva.
Ogni tecnica di rilassamento profondo permette di ottenere le condizioni fisiche e psicologiche ottimali per l’utilizzazione delle funzioni superiori del cervello. Inoltre, associate a tecniche di focalizzazione, inducono un tipo di funzionamento cerebrale ottimale detto “iperfrontalizzazione“.
Si può affermare che qualsiasi tecnica che tenda a raggiungere uno stato di rilassamento profondo e di visualizzazione mentale solleciti questo tipo di funzionamento cerebrale: uno stato ottimale per l’attuazione di un proprio programma di sviluppo personale. Infatti, oltre ad avere significato per la gestione degli eventi stressanti, costituisce la base per riuscire a dominare quelle energia disperse che abbassano la soglia della “sopportazione”; è fondamentale quindi nel controllo dello stress e nella tutela della salute psicosomatica.
Quando le nostre energia sono orientate verso pensieri preoccupanti o atteggiamenti di sconfitta, possiamo far entrare in gioco la nostra capacità di rilassamento. Questa condizione fisiologica rigenera e provoca una minor eccitazione del sistema nervoso autonomo che riduce molti sintomi causati, o aggravati dallo stress. Poiché stimola una reazione più equilibrata dell’organismo, respinge gli attacchi portati dagli stati tensivi. Agisce cioè come un farmaco, producendo effetti diretti sul corpo e ci conduce ad un consapevolezza e ad una visione della realtà libera da condizionamenti.