Il periodo che segue il parto è per ogni donna uno dei momenti più delicati della sua vita.
La depressione post-partum viene definita come un disturbo dell’umore che colpisce il 10-20% delle donne nel periodo successivo al parto.
I sintomi sono: crisi di pianto, cambiamenti dell’umore, irritabilità, perdita dell’appetito, insonnia o difficoltà a rimanere svegli, assenza di interesse nelle attività quotidiane e/o verso il neonato. La terapia indicata in questi casi è la somministrazione di farmaci antidepressivi, abbinata (quando va bene!) ad un supporto psicologico, anche se sembra che il semplice supporto nella cura del bambino, offerto alla madre, sia determinante nel superamento della depressione post-partum.
Questa “malattia”, oggi, è molto di moda! Questa volta a fare la moda sono le case farmaceutiche che hanno tutto l’interesse a trasformare in “malattia” momenti di vita che sono del tutto normali. Perché se uno è malato, nessuno ci può far niente; e, se uno è malato occorrono le medicine!
In realtà, il periodo che segue il parto è per ogni donna uno dei momenti di maggiore fragilità, in quanto la sua vita cambia profondamente, da un giorno all’altro.
Quali sono questi cambiamenti?
– Ha partorito e ora il suo organismo ha bisogno di trovare un nuovo equilibrio.
– Non ha più la pancia.
E’ vero che si è liberata di quella pancia ingombrante, ma l’inconscio la sente come una “perdita”. E’ come aver perduto una parte di sé, è come passare da uno stato di pienezza ad uno di vuoto.
– Ora c’è un bambino.
Questo bimbo è suo figlio, ma è anche uno “sconosciuto” con il quale dover prendere confidenza.
– In prima linea c’è lei ad occuparsi del bambino, di giorno e di notte.
– Ora le sue giornate sono dentro casa insieme al bambino, che dipende totalmente da lei.
Lo accudisce, gli dà il latte, lo fa dormire, ci gioca, lo tiene tra le braccia. Se lo gode. Ma…tutto il suo mondo è lì.
Può dire di essere sfinita, di sentirsi sola?
Può permettersi di sentire che in certi momenti non ce la fa più ?
No, non può farlo perché nella nostra cultura dominano due “falsi” miti: quello della madre perfetta, sempre attenta, comprensiva, paziente, disponibile; e quello dell’arrivo di un figlio come un momento magico, speciale e meraviglioso. Quindi quando una madre sente che accanto alla gioia c’è anche tanta fatica, non può che pensare che forse in lei c’è qualcosa che non va, che forse è malata…. Che dire?
Care mamme se accanto alla gioia che vi riempe il cuore quando guardate vostro figlio, vi permettete di sentire anche la fatica e la stanchezza, signifca che siete delle madri “normali”, delle buone madri.
E…cari uomini, le vostre donne hanno bisogno di voi, di sentire che voi le comprendete e state dalla loro parte. Se non ci siete voi, in questo momento così importante della vita della vostra famiglia, rischiate di perderla. Di perdervi. E se vi perdete voi rischia di perdersi anche il vostro bambino. Quindi, se facciamo in modo che le mamme siano meno sole nella cura del bambino, che possano ricevere affetto, amore, supporto, probabilmente non si sentiranno “madri malate”, ma “persone” che stanno attraversando un momento molto delicato della loro vita… Il periodo che segue il parto è per ogni donna uno dei momenti più delicati della sua vita.
a cura della dott.ssa Francesca Meniconi – Istituto di Psicologia del Benessere